La sua storia si perde nella notte dei tempi. Il nome deriva dal gerundio latino di “lavare” e dall’uso che ne facevano i Romani, che erano soliti preparare dei bagni profumati con i suoi fiori. Plinio il Vecchio la descrive anche come una prodigiosa erba curativa. Nel Medioevo era diffusa soprattutto a scopo medicinale come antinfiammatorio. Inizia in epoca elisabettiana il successo nel campo della profumeria con il più famoso profumo inglese “The Lavender”.

Il periodo tra giugno e luglio è il migliore per ammirarne la fioritura in Provenza. Campi coltivati che si perdono a vista d’occhio, come un mare di onde viola sospinte dalla brezza estiva. Uno spettacolo impressionista da vedere con la macchina fotografica alla mano. Dopo la metà di luglio, invece, si celebra il raccolto con bellissime feste popolari tra riti arcaici, musica e banchetti di saponi, pot pourri e candele. Il profumo della lavanda non piace alle zanzare, ma attira le api, che producono un ottimo miele aromatico. Per le afose sere estive spruzzatevi l’acqua di lavanda per rinfrescarvi e, allo stesso tempo, evitare le fastidiose punture. In aromaterapia viene utilizzata come antidepressivo, ma può anche essere un blando sedativo, se aggiunta ad un bagno aiuta a rilassarsi. L'infuso dei suoi fiori allevia le emicranie e favorisce la digestione lenta. Ha anche proprietà cicatrizzanti e dona sollievo alle ustioni. Un po’ del suo olio frizionato dopo lo shampoo è un ottimo rimedio naturale per i capelli grassi. Coltivarla sul balcone? Si può! Il modo più pratico è piantare la talea, il rametto. Ha bisogno di un vaso molto grande, molta luce e un luogo ventilato. Consiglio: non annaffiarla troppo e, insieme al terriccio, aggiungere un po’ di composto, anche casalingo, di sabbia, terra e organico.